Sono già trascorsi 37 anni da quando, il 26 marzo 1980, all’età di 78 anni, ci ha lasciati il famoso attore comico torinese Erminio Macario.
Nato e cresciuto a Porta Palazzo e alunno della scuola Petacchioni, che ispirò i personaggi del libro “Cuore”, scoprì la sua vocazione per l’arte teatrale ai tempi in cui andava all’oratorio Don Bosco, accanto alla chiesa di Maria Ausiliatrice.
Nonostante iniziò a lavorare come operaio della Fiat, tra il 1917 e il 1918, passò a gestire una sua piccola filodrammatica al circolo San Donato, svolgendo tutte le mansioni possibili: dal costumista al cassiere, al primo attore e regista. La prima grande occasione gli si presentò davanti nell’inverno del 1918, quando rispose a un annuncio trovato per caso su un giornale e, da allora, entrò così a far parte della compagnia del cavalier Salvetti, che proponeva un repertorio da commedia dell’arte.
Prima di subentrare nel mondo del varietà, a livello internazionale, fece gavetta cambiando pian piano una compagnia dopo l’altra e, nel 1924, ebbe una nuova grande occasione: incontrò il cavalier Molasso, ballerino, coreografo e importante impresario, il quale era alla ricerca di figure nuove per il suo nuovo spettacolo di pantomime, al Teatro Romano. Macario fu tra le persone scelte e questo gli permise di prendere parte a differenti spettacoli, tra cui “Sei solo stasera?” e “Senza complimenti!”.
Sposatosi con Maria Giuliano, ballerina del Teatro Regio, gli valse una collaborazione professionale durata oltre vent’anni.
Questi, furono per lui anni di notevole maturazione professionale, fino alla grande crisi del 1929 che investì anche il mondo dello spettacolo: Macario approfittò dell’occasione, per prendersi una pausa e, tornato a Torino, decise di dedicarsi al teatro dialettale.
Subito dopo, negli anni Trenta, fondò una nuova compagnia, con sede al Teatro Maffei, dove portò in scena varie opere: “Mondo allegro”, “Pelle di ricambio”, “Piroscafo giallo”, “Follie d’America” e tanti altri.
In ogni suo spettacolo, Macario cercò di rivolgersi sempre a un pubblico estremamente variegato, fino a coinvolgere anche i bambini.
Nel ventennio che va dagli anni 1950-1970, si dedicò principalmente a fare spettacoli di prosa, come: “Ditegli sempre di sì”, di Eduardo, “Il coniglio” di Novelli, e le indimenticabili “Carlin Cerutti sarto per tutti”, “Pautasso Antonio esperto di matrimonio”, e “Due sul pianerottolo”, diretto da Mario Amendola, e “Corbucci”, portate in scena tra il 1973 e il 1976.
Durante la sua carriera, Macario fece anche televisione e cinema, di cui ricordiamo l’unica interpretazione drammatica di Macario in “Italia piccola”, del 1957, con Enzo Tortora e Nino Taranto, e, per concludere, ultime ma non ultime, le celebri varie interpretazioni a fianco del Principe della risata Antonio de Curtis, in arte Totò.
Servizio a cura di Antonello Preteroti