La basilica di Superga, nota anche come real basilica di Superga[1], sorge sull’omonimo colle ad est di Torino. Fu fatta costruire dal re Vittorio Amedeo II come ringraziamento alla Vergine Maria, dopo aver sconfitto i francesi che assediavano Torino nel 1706. Il progetto è del messinese Filippo Juvarra e risale al 1715. Alla cappella, posta alla sommità dell’omonima collina, si può giungere attraverso strada o servendosi della tranvia Sassi-Superga.
Storia
La storia della basilica è da far risalire al 2 settembre 1706, quando il duca di Savoia Vittorio Amedeo II e il principe di Carignano Eugenio di Savoia salirono sul colle per osservare Torino assediata dai franco-spagnoli. Vittorio Amedeo, inginocchiatosi dinanzi ad un vecchio pilone, giurò che, in caso di vittoria, avrebbe edificato un monumento alla Madonna.
E così avvenne: dall’alba fino alle prime ore del pomeriggio del 7 settembre si scontrarono nei campi presso Lucento e Madonna di Campagna le armate francesi e piemontesi, e la vittoria arrise a questi ultimi.
L’ingresso della basilica con il sontuoso pronao sorretto da otto imponenti colonne corinzie
Al termine della battaglia, ancora prima della fine della guerra in corso contro Luigi XIV (Guerra di Successione Spagnola), Vittorio Amedeo, poi incoronato re di Sicilia, sciolse il voto e affidò la progettazione dell’edificio a Filippo Juvarra (1711).
L’edificazione della futura basilica iniziò il 20 luglio 1717, e si protrasse per quattordici anni. Il ruolo di impresario fu affidato allo stuccatore Pietro Filippo Somazzi, che, oltre che di una parte delle decorazioni in stucco, si occupò anche di alcune opere in muratura[6]. Per tutto il periodo della costruzione, si arrivava alla sommità della collina (672 metri, la seconda più alta del Piemonte) mediante un pessimo sentiero sassoso, e tutti i materiali edili venivano trasportati a dorso d’asino. Il 1º novembre 1731, alla presenza del re Carlo Emanuele III di Savoia, il tempio veniva inaugurato con una cerimonia solenne.
Intanto il 26 agosto 1730 fu fondata la Reale Congregazione della Madonna di Superga, che nel 1833 prese il nome di Accademia ecclesiastica di Superga. Fu soppressa il 29 maggio 1855.
Nel 1800 (anno VII della Repubblica) si era avanzata l’ipotesi di trasformare la basilica in un “Tempio della Riconoscenza”. Le tombe dei Savoia, che erano ivi tumulate, rischiavano di essere traslate altrove per lasciar posto alle ceneri dei piemontesi caduti al fianco dei giacobini: nulla di ciò venne effettuato.
Nel 1884 è stata aperta una funicolare basata sul sistema Agudio che collegava la sommità della collina di Superga (a poche centinaia di metri dalla Basilica) con il quartiere Sassi in Torino. La linea, lunga circa 3,1 km, è stata elettrificata e trasformata in tranvia a cremagliera nel 1934. La linea è tuttora in funzione con il materiale rotabile del 1934 (le motrici) e del 1884 (i vagoni).
Il 4 maggio 1949 avvenne la Tragedia di Superga: l’aereo che trasportava la squadra del Grande Torino, in ritorno da Lisbona, si schiantò sul retro del complesso non lasciando sopravvissuti.
Il Complesso
La cupola vista dall’interno
La Basilica
Come detto, nel 1731 venne inaugurata la basilica. Le dimensioni della chiesa risultano imponenti: la lunghezza è di 51 m. mentre la cupola risulta alta 75 m. Queste caratteristiche combinate all’altezza del colle (672 m) la rendono visibile anche da distanze lontane ed in primo luogo da Torino. Allo stesso modo dal colle si ha un vasto panorama della città e delle Alpi.
La basilica in sé è un “organismo architettonico” che si articola attorno a una chiesa dalla pianta circolare, sormontata da una grande cupola di gusto barocco, preceduta da un pronao sorretto da otto colonne corinzie di ispirazione classica (Pantheon di Roma). Tale influenza si nota anche nell’impostazione a pianta centrale. Ai lati del corpo centrale si elevano due campanili, nei quali è possibile riscontrare l’influenza del Borromini. L’interno, di pianta a croce greca, è decorato da lucenti sculture eseguite dai fratelli Filippo ed Ignazio Collino.
La Cripta Reale
La tomba di Carlo Alberto nella Cripta Reale
In Superga, per volontà di Vittorio Amedeo III, furono tumulati alcuni membri della Casa Savoia.[7] Le spoglie sono conservate in una cripta sotterranea riccamente decorata, oggi visitabile. Tra i feretri presenti, quelli di Vittorio Amedeo II e, all’opposto della sala, di Carlo Emanuele III (padre e figlio, sempre in contrasto tra di loro). Carlo Alberto e Vittorio Emanuele I sono anch’essi ivi tumulati. Una lapide commemora invece Carlo Felice di Savoia, che preferì essere sepolto ad Altacomba.
Il convento, la sala dei Papi e gli appartamenti reali
Sul retro della basilica è presente il convento ove risiedono, dal 1966, i padri dell’Ordine dei Servi di Maria (fino all’età napoleonica era affidato alla Reale Congregazione di Superga, dopo la Restaurazione e fino al 1951 sarà affidato ad un prefetto della reale basilica assistito da un proprio personale)[8]. Dal chiostro del convento si accede alla sala dei Papi presso cui è conservata l’unica raccolta al mondo di ritratti su tela di tutti i pontefici della storia, da san Pietro in avanti[4][9]. La sala ov’essi sono esposti, anche se ancora sotto restauro, li espone in ordine non cronologico lungo tutte le pareti. Sempre qui si trovano anche i ritratti degli antipapi[4], e tra essi Felice V, al secolo Amedeo VIII di Savoia. Dal convento si accede inoltre agli appartamenti reali[8], prestigioso punto di ristoro per la famiglia reale in visita alla basilica.
Monumento a Umberto I
Esternamente alla cappella di Superga, sul piazzale a destra della chiesa, si trova un monumento dedicato alla memoria del re Umberto I di Savoia, ucciso in un agguato, il 29 luglio 1900 a Monza, dall’anarchico Gaetano Bresci. Tale monumento, commissionato dal figlio Vittorio Emanuele III nel 1902 allo scultore milanese Tancredi Pozzi, consiste in una colonna corinzia di granito con un capitello in bronzo sulla quale si trova un’aquila trafitta da una freccia, con chiaro intento allegorico alla morte del sovrano. Alla base della colonna si trova invece la statua di un guerriero celtico che simboleggia la città di Torino, che punta una mano verso il cielo e la spada verso uno scudo di Savoia.
immagine e testo wikipedia.org