Il blocco delle spedizioni di vino verso gli Stati Uniti a causa dei timori legati ai dazi potrebbe costare 6 milioni al giorno alle cantine italiane, con un danno economico immediato al quale rischia di aggiungersene uno a livello strutturale, con la perdita del posizionamento del prodotto sugli scaffali statunitensi. E’ quanto emerge da una stima della Consulta Vitivinicola della Coldiretti, effettuata sulla base dei dati Istat delle vendite a marzo-aprile 2024.
“Un annuncio che arriva proprio alle porte del Vinitaly – spiega Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo – e che sicuramente preoccupa il mondo del vino poiché, le tariffe aggiuntive che Trump vorrebbe imporre, potrebbero arrivare fino al 200% sulle bottiglie europee. Oltretutto, visto che
il 96% dell’export agroalimentare verso gli Usa viaggia su nave, il timore è che i carichi possano arrivare a destinazione quando i dazi sono già scattati. Una situazione che danneggia le nostre aziende vinicole che potrebbero non recuperare le commesse perse”.
I dazi al 200% potrebbero portare alla perdita fino al 70-80% delle esportazioni di vino, favorendo la concorrenza da parte di altri Paesi non colpiti dalla guerra commerciale. Una vera e propria stangata da almeno un miliardo per le cantine italiane.
“Il pericolo è anche quello di perdere quota di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati nel corso di un decennio che ha visto il valore dell’export di vino negli Usa triplicare – aggiungono Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. In questo momento è nell’assoluto interesse sia dell’Europa sia degli Stati Uniti trovare un accordo condiviso ed evitare di cadere nelle provocazioni. Bisogna proteggere un settore strategico come l’agricoltura, che è essenziale per la sicurezza alimentare, l’ambiente e la coesione economica e sociale”.