Ci sono luoghi che parlano attraverso i sapori, i paesaggi, le mani di chi ogni giorno li rende unici, che hanno segnato profondamente la storia economica, industriale e culturale del nostro Paese, che continuano a contribuire con il loro patrimonio storico e artistico, luoghi dal grande fascino e importanza per la memoria collettiva italiana. Il Canavese è uno di questi e oggi, per la prima volta, le sue eccellenze trovano voce in una Guida che racconta la sua anima autentica, fatta di tradizione, innovazione e passione.
Un’opera senza precedenti per raccontare il meglio del territorio realizzata da Canavese2030 Think Tank, fortemente voluta dal suo Presidente Fabrizio Gea, in collaborazione con la casa editrice Atene del Canavese.
La Guida – che sarà disponibile sia in versione cartacea che digitale, e sarà raggiungibile anche attraverso il sito web www.canavese.com e una app dedicata– verrà presentata ufficialmente l’11 aprile con una Cena di Gala presso il Castello di Pavone Canavese (TO), all’interno della rassegna Festival “Contaminazioni – #Turismo ed Eventi in Canavese”, organizzati da Canavese 2030 nel corso dell’anno.
Testimonial dell’evento sarà la giornalista e scrittrice Claudia Conte.
Un progetto nato dal desiderio di raccontare il cuore pulsante di questa meravigliosa terra, fatta di persone, storie e tradizioni che meritano di essere conosciute e valorizzate.
A cavallo di quattro province – Torino, Vercelli, Biella, Aosta – il Canavese, con i suoi 158 comuni e quasi 400mila abitanti, racchiude un patrimonio naturalistico, industriale, culturale ed enogastronomico importante. È un territorio accessibile, sostenibile, accogliente, in grado di offrire esperienze autentiche in un ambiente naturale, in armonia con il paesaggio e con le persone, e in grado di soddisfare le esigenze specifiche di cittadini e turisti con grande qualità.
Oggi tutti vogliono soddisfare un bisogno di autenticità e il Canavese basa la sua capacità di essere destinazione autentica su due tematismi: outdoor e sport, slow ed enogastronomia; due elementi chiave su cui puntano le strategie per il territorio.
93 ristoranti, locali tipici, osterie, pizzerie, street food, 80 bar, case da caffè, case da tè, enoteche e wine bar, produttori di acqua, produttori di birra e locali dedicati alla birra, produttori di Genepy, di Grappa, di Vermouth, di vino, con ben 27 stellati; 96 agriturismi e Bed&Breakfast, alberghi e chalet, camping e aree di sosta, dimore di charme e rifugi (con 9 stellati); oltre 200 indirizzi per comprare in Canavese con oltre 100 indirizzi di artigiani di qualità e 100 prodotti di qualità descritti nella loro tipicità. Questa prima edizione include è stata costruita negli anni con un meticoloso, dettagliato e profondo lavoro di mappatura e di censimento, con 7 sezioni e 763 eccellenze distinte e ben definite: 1) Itinerari, tra percorsi suggestivi per scoprire il territorio attraverso esperienze uniche; 2) Mangiare, con i migliori ristoranti, trattorie e osterie dove assaporare la cucina autentica; 3) Bere, tra cantine, birrifici e distillerie che offrono il meglio della tradizione enologica e brassicola; 4) Dormire, il meglio dellestrutture d’eccellenza per soggiorni indimenticabili; 5) Comprare, botteghe e negozi che custodiscono il vero spirito locale; 6) Artigiani, maestri della lavorazione tradizionale e contemporanea; 7) Prodotti, una selezione di specialità uniche, simbolo di qualità e identità territoriale.
Non solo un elenco di luoghi e realtà d’eccellenza, ma un vero e proprio viaggio emozionale alla scoperta di chi, con passione e dedizione, custodisce e rinnova l’anima del Canavese.
Dai profumi avvolgenti delle cucine tipiche ai calici che racchiudono l’essenza delle colline, dalle mani sapienti degli artigiani ai sentieri che conducono alla scoperta di panorami mozzafiato. Questa Guida è il compagno perfetto per chi vuole lasciarsi sorprendere, emozionare e ispirare dalla ricchezza di un luogo che custodisce storie, sapori e saperi unici.
Ogni pagina è un invito a esplorare e a lasciarsi sorprendere. Un omaggio a chi crede nel valore del proprio lavoro e nella bellezza di un territorio che ha ancora tanto da raccontare. Chi lo vive ogni giorno lo ricoprirà con occhi nuovi, e chi ancora non lo conosce potrà innamorarsene. Perché è un’esperienza che merita di essere vissuta, e ora finalmente ha la sua voce. Il Canavese è pronto a conquistare il cuore di chi lo scopre.
SUL CANAVESE…
Il Canavese è racchiuso a nord dall’arco alpino su cui emerge il Gran Paradiso, a sud dalla pianura del Po, a est dal Monferrato, a ovest dalla Valle di Susa. Deriva il suo nome dalla mitica città di Canava sul torrente Orco. Lo caratterizza a nord-est la Serra d’Ivrea, la più vasta morena laterale in Europa, che fa parte del grande anfiteatro morenico di Ivrea. I residui del ghiacciaio Balteo che lo ha modellato in epoca preistorica, nel Quaternario, sono i numerosi laghi, fra cui quelli di Candia e di Viverone. La zona nordoccidentale del Canavese è occupata dall’area alpina, segnata dai solchi dell’Orco, del Malone, del Chiusella e della Stura di Lanzo. Abitata sin dalla Preistoria come testimoniano i numerosi ritrovamenti, tra tutti quelli della Boira Fusca, in epoca preromana vide la presenza della tribù dei Salassi, la regione venne poi conquistata dal console Terenzio Varrone nel 25 a.C. Dopo la caduta dell’impero romano fu occupata da bizantini e longobardi; divenne “marca” sotto il dominio franco, con capitale Eporedia o Yporedia, dando i natali ad Arduino, poi re d’Italia eletto dai feudatari laici, i quali si contrapponevano a Enrico II di Germania e alla Chiesa che lo appoggiava. A partire dal XIII secolo fu sotto il controllo dei Savoia. Un territorio di basse colline prelude ai grandiosi ambienti montani delle Alpi dove una serie di valli si dispone a ventaglio. Il Canavese con le sue lievi ondulazioni, i laghi, i castelli, i vigneti e le vive tradizioni – si ricordino i carnevali di Ivrea, con la nota battaglia delle arance, e le numerose rievocazioni storiche che si svolgono sul territorio – è un ambiente caratterizzato da un paesaggio naturale antichissimo, che riserva piacevoli sorprese gastronomiche e artigianali, e che ha stimolato iniziative imprenditoriali di avanguardia, in parte poi riconvertite in poli tecnologici di primo piano. Da questa anticamera si passa verso ponente nelle valli Orco e Soana, già in ambito alpino: rocce e ghiacciai, camosci e stambecchi, marmotte e aquile, è il versante meridionale del Parco Nazionale del Gran Paradiso che offre l’ascensione all’unico 4000 tutto in territorio italiano. Le valli di Lanzo hanno rappresentato a cavallo del Novecento il luogo ideale per le villeggiature delle famiglie agiate: una montagna tranquilla a breve distanza dalla città. A quei tempi risale lo sviluppo edilizio di alcuni dei centri maggiori. La posizione geografica ideale lo rende attraente per il paesaggio e il clima. La conformazione geologica è caratterizzata da rilievi di origine 6 glaciale con profili dolci e lunghi. I terreni sono da sempre adatti alla coltivazione della vite. I numerosi e imponenti castelli testimoniano un passato glorioso. Su tutti il possente Castello di Masino e lo splendore barocco del Castello di Agliè. Decenni di era industriale si intrecciano con un fine e abile artigianato e con la gastronomia e la viticoltura: un silenzioso ritorno alla coltivazione della vite, pratica antichissima in Canavese, sembra caratterizzare gli ultimi anni. La gastronomia, i vini, la storia e il paesaggio danno vita ad affascinanti percorsi, invitanti e attraenti per l’intensità dei sapori, per la ricchezza delle arti e per il contatto con la natura. Le chicche da cogliere, tra le altre, sono il salampatata (salame di patata), il cavolo verza di Montalto, le tome della Valchiusella, la tofeja con i fagioli e le cotiche, la piattella di Cortereggio, le miasse con il salignòn (rettangoli di farina di granoturco serviti con il formaggio tipico, piccante e speziato). Esaltante la semplicità golosa dei dolci: i nocciolini di Chivasso, i canestrelli di Borgofranco, i torcetti di Agliè, la torta ‘900 di Ivrea, il cioccolato di Pont Canavese e i biscotti della duchessa di San Giorgio: un trionfo con il passito di Caluso. Abbiamo scelto 3 Itinerari che si snodano lungo un ampio arco della fascia prealpina piemontese: una galoppata che attraversa, con divertenti saliscendi, groppe di rilievi e sbocchi di valli, panoramici costoni di montagna e ridenti sponde di piccoli laghi. Itinerari che dispiegano alla nostra curiosità una natura serena e spesso maestosa che reca i segni di una millenaria presenza umana: come dovunque in Italia. Ma qui nella fascia prealpina questo intrecciarsi di ambiente e di storia si manifesta con modi e aspetti originali, e talora del tutto singolari. Tutto il territorio percorso dagli itinerari è segnato da caratteri di mediazione tra due mondi contigui e diversi: l’alpino e il padano. E la bellezza di questo viaggio sta nel respirare l’aria di mondi contigui eppure diversi, separati ed uniti da strisce di terra, fiumi e laghi che, come porte magiche, fanno passare dall’uno all’altro, svelando al contempo i suoi tesori. Dalle vette alpine all’eccellenza dei vigneti, dalle residenze reali all’incanto dei laghi, passando dai parchi meravigliosi ai borghi autentici fino ai castelli. Con i suoi panorami e i suoi paesaggi incontaminati, le chiese, le abbazie, i centri cittadini pieni di storia, i suoi profumi, i suoi sapori, la sua cultura, il Canavese presenta un’offerta fuori dagli schemi e dagli itinerari più battuti. Canavese: una destinazione da scoprire, da assaporare, da vivere.