Certo, la polenta è un tipico cibo piemontese, ma a cosa ci riferiamo quando parliamo della Fetta di Polenta?
Beh, di certo la
cucina non c’entra.
A pochi passi da via Po, all’angolo tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo, ecco che troviamo un edificio del tutto fuori dal normale.
Si tratta di Casa Scaccabarozzi, progettata dal padre della non lontana Mole Antonelliana, Alessandro Antonelli, nel 1840.
La sua particolarità e l’origine del suo soprannome risiedono nella singolare pianta trapezoidale dell’edificio, che fa sì che uno dei prospetti laterali misuri appena cinquantaquattro centimetri.
Una ‘fetta’, appunto, ed il caratteristico colore giallo ha completato il riferimento al piatto piemontese.
Come fa a reggersi in piedi?
In molti se lo sono chiesti, tant’è che lo stesso Antonelli fu costretto ad andarci a vivere insieme alla moglie Francesca Scaccabarozzi, da cui il nome ufficiale dell’edificio, perché non si trovavano inquilini.
La solidità è garantita da solidi e profonde fondamenta: 2 dei 9 piani della casa sono
infatti sotterranei.
In questo edificio ebbe sede il Caffè del Progresso, rifugio di carbonari e cospiratori nel periodo preparatorio dell’unità d’Italia.
Oggi la Fetta di Polenta è adibita a galleria d’arte.
Chiara Picca