Oggi Torino si tinge di rosa per ricordare durante la Festa della Donna dell’8 marzo sia le conquiste sociali femminili, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state oggetto e di cui sono ancora tutt’oggi.
Quest’anno vogliamo celebrare questa giornata ricordando sei grandi donne piemontesi che si sono distinte nel corso della Storia, di cui forse non siete a conoscenza e che potrebbero essere di esempio per le generazioni future.
Partiamo in ordine cronologico.
Adelaide di Susa
Nella seconda metà dell’XI secolo le due principali marche italiane furono rette da due potenti figure femminili, Adelaide di Susa e Matilde di Canossa, cugine fra loro. Adelaide (Torino, 1016 – Canischio, 1091), conosciuta anche come Adelaide di Torino, fu margravia di Torino dal 1034 al 1091, governando con i suoi mariti (Ermanno IV, Enrico, e Oddone), i figli (Pietro I e Amedeo II) e il nipote Federico di Montbéliard. Grazie al suo matrimonio con Oddone di Savoia consentì alla dinastia dei Savoia, una stirpe transalpina, di affacciarsi in Piemonte e di regnarvi nel 1045.
La donna, stimata dai suoi sudditi e temuta dai suoi avversari, aveva esercitato il potere con notevole abilità. Così divenne l’idolo del popolo, che la chiamava “la marchesa delle Alpi Cozie”.
Maria Farné Velleda ed Ernestina Prola
In epoche più recenti, le donne torinesi si sono distinte per il loro intelletto dando vita a due curiosi primati. Maria Farné Velleda fu la seconda donna in Italia ad ottenere la laurea in Medicina il 18 luglio 1878, dopo Ernestina Paper (laureata sempre in Medicina a Firenze, di Odessa). In seguito, divenne archiatra della regina Margherita di Savoia.
Ernestina Macchia Prola (Torino, 1876 – Torino, 1954) è stata una pilota automobilistica italiana ed è ricordata per essere stata la prima donna ad aver preso la patente di guida nel 1907.
Teresa Noce
Teresa Noce detta “Estella” (Torino, 1900 – Bologna, 1980) è stata una partigiana, politica e antifascista italiana.
Nata da una famiglia operaia, nel 1921 fu fra le fondatrici del Partito comunista italiano e partecipò, con Xenia Silberberg, alla fondazione del giornale “Noi donne” a Parigi, inizialmente uscito come foglio clandestino. In seguito ai suoi numerosi viaggi pubblica nel 1937 “Gioventù senza sole”, romanzo autobiografico dedicato al racconto della sua giovinezza torinese e dopo aver iniziato a lavorare per il Partito comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata), partecipò alla Resistenza nel gruppo dei Francs-tireurs-et-partisans per cui nel 1943 venne arrestata. In seguito ad alcuni mesi di carcerazione fu deportata in Germania e spostata in tre diversi campi di concentramento.
Alla fine della guerra, ritornata in Italia, il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente italiana e una delle cinque donne entrate a far parte della Commissione speciale incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione da discutere in aula, divenuta nota col nome di “Commissione dei 75”. Fu poi segretaria nazionale della FIOT, il sindacato delle operaie tessili, e nel 1948 fu eletta nella prima legislatura del parlamento repubblicano, nel quale si distinse nel 1950 come proponente della legge n. 860 per la “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri”.
Rita Montagnana
Detta “Marisa”, di famiglia ebraica originaria di Mondovì e sarta di professione. Si dedicò fin da giovanissima all’attività politica, diventando dirigente provinciale e regionale del movimento giovanile socialista. Nel 1917 partecipò alle rivolte torinesi per il pane, nel 1919 al movimento dei Consigli operai e all’occupazione delle fabbriche; nel 1921, insieme al fratello Mario Montagnana (futuro direttore de “l’Unità”), partecipò alla fondazione del Pci. Nel 1922 fondò il giornale “La compagna”, organo del movimento femminile del Partito comunista e finì per diventare senatrice nella I legislatura nel collegio di Imola.
Rita Levi Montalcini
Concludiamo con una grande donna, nota in tutto il mondo grazie alle sue scoperte nel campo delle neuroscienze. Rita (Torino 1909 – Roma 2012), neurologa, nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina per le ricerche che la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. Nel 2001 il Presidente della Repubblica Ciampi la nominò senatrice a vita. Si laureò in Medicina e Chirurgia con 110 e lode e successivamente si specializzò in neurologia e psichiatria. Nel 1992 insieme alla gemella Paola, pittrice, ha istituito la Fondazione Levi-Montalcini, per la formazione e l’educazione delle giovani generazioni e il conferimento di borse di studio a studentesse universitarie africane.
Di Giulia Lopopolo