Sono da poco scoccate le ore 18 del 13 febbraio 1983. A Torino sono già accese le prime luci della sera quando in via Cibrario, a poca distanza da piazza Statuto, arriva l’inferno. Uno scoppio, l’incendio e il Cinema Statuto diventa una trappola per sessantaquattro persone.
La morte arrivò per asfissia, molti morirono accalcati nei bagni, dove avevano cercato inutilmente rifugio. Uno scenario di guerra, con le decine di corpi, anneriti dal fumo, allineati in un’autorimessa accanto al cinema. La città piombò nel dolore e nella disperazione, la più giovane delle vittime aveva 7 anni, la più anziana 55. Gli orfani furono nove.
Il 17 febbraio 1983, quattro giorni dopo il tragico rogo, si celebrarono in Duomo, alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, i funerali di Stato. C’era tutta la città ad accompagnare le bare, una folla silenziosa, oceanica, come incredula di fronte a quanto accaduto. L’orribile tragedia segnò un punto di svolta nella concezione della sicurezza nei locali pubblici, inducendo il legislatore a varare in maniera rapida una nuova e più restrittiva legislazione in materia. Comunque troppo tardi per evitare il dramma che aveva colpito Torino e che la città mai potrà dimenticare.
Nel 35° anniversario del tragico evento, la Città di Torino ha ricordato le sessantaquattro vittime con la deposizione di un omaggio floreale presso la targa che le ricorda, in via Cibrario, e con una funzione religiosa presso il Santuario della Consolata.
testo e foto Redazione di cittAgorà