Home / In evidenza / 23 settembre 1864. Il Trasferimento della Capitale d’Italia da Torino a Firenze
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23 settembre 1864. Il Trasferimento della Capitale d’Italia da Torino a Firenze

Il 23 settembre 1864 è una data che segna una svolta cruciale nella storia d’Italia e, in particolare, per la città di Torino. In quel giorno, il governo del Regno d’Italia annunciò ufficialmente il trasferimento della capitale da Torino a Firenze, una decisione che avrebbe avuto ripercussioni profonde sia a livello politico che sociale. Questo evento, noto come uno dei momenti più drammatici della storia torinese, è legato alla fase di consolidamento dell’unità nazionale e alle complesse dinamiche diplomatiche tra Italia e Francia.

Torino, la Prima Capitale d’Italia

Dopo l’unificazione italiana nel 1861, Torino fu scelta come prima capitale del neonato Regno d’Italia. La città, con il suo glorioso passato sabaudo e il suo ruolo cruciale nel Risorgimento, era il simbolo della nuova unità nazionale. Tuttavia, la scelta di Torino come capitale non poteva essere definitiva, poiché l’obiettivo ultimo del governo italiano era Roma, ancora sotto il controllo del Papa e protetta dalle truppe francesi.

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Le Pressioni Diplomatiche e la Convenzione di Settembre

A metà degli anni ’60 del XIX secolo, l’Italia cercava di migliorare i rapporti con la Francia di Napoleone III, alleato decisivo durante le guerre di indipendenza. Il governo francese premeva affinché l’Italia rinunciasse a Roma come capitale in cambio di un accordo diplomatico che portasse alla ritirata delle truppe francesi dallo Stato Pontificio.

Questo negoziato culminò nella Convenzione di Settembre, firmata tra Italia e Francia il 15 settembre 1864. Tra le clausole, vi era l’impegno del Regno d’Italia a non attaccare Roma militarmente, e il trasferimento della capitale da Torino a una città più centrale, Firenze. La decisione, sebbene strategicamente vantaggiosa a livello internazionale, causò un profondo malcontento a Torino.

I Moti di Torino del 1864

L’annuncio ufficiale del trasferimento della capitale, il 23 settembre 1864, scatenò una violentissima ondata di proteste nella città. I torinesi, che avevano visto la propria città diventare simbolo del nuovo Stato italiano, si sentirono traditi e abbandonati. Le proteste culminarono nei cosiddetti moti di Torino, tra il 21 e il 22 settembre, con scontri tra i manifestanti e l’esercito.

Il bilancio finale fu tragico: almeno 52 persone furono uccise e oltre 200 rimasero ferite. Questi eventi segnarono uno dei momenti più bui della storia della città nel periodo post-unitario.

Le Conseguenze del Trasferimento

Con il trasferimento della capitale, Torino perse il suo status di centro politico dell’Italia unita, ma si concentrò sul suo sviluppo industriale, che negli anni successivi avrebbe portato alla sua trasformazione in una delle principali città industriali d’Europa. Firenze rimase capitale d’Italia fino al 1871, quando finalmente Roma venne annessa al Regno d’Italia, completando così il sogno risorgimentale.

Conclusione

Il trasferimento della capitale d’Italia da Torino a Firenze il 23 settembre 1864 rappresenta uno dei momenti più significativi e controversi della storia italiana post-unitaria. Questo evento non solo segnò la fine di Torino come capitale politica, ma evidenziò anche le difficoltà di un Paese ancora in cerca di un’identità unitaria. Torino, pur perdendo il ruolo di centro politico, riuscì a reinventarsi e a diventare un motore industriale e culturale di primaria importanza per la nazione. Oggi, questo evento viene ricordato non solo come una pagina dolorosa, ma come un passaggio fondamentale nella costruzione del moderno Stato italiano.